Firenze, 27 novembre 2018 – “Autunno Caldo” per Gino Famiglietti, sotto pressione per l’Archivio di Stato di Caserta, per la Vicenda Saepinum ed ora anche per l’incarico alla DGA.
Firenze, 27 novembre 2018 – A quanto si apprende dal web (fonte Appia Polis) e dall’interpello avviato in data 8 novembre 2018 dal Ministro per i beni culturali Alberto Bonisoli, Gino Famiglietti sta per essere sostituito dall’incarico di Direttore Generale degli Archivi.
Certo è, che nel mese di ottobre 2018, su Gino Famiglietti si sono accese le luci, i riflettori, nell’intento di dissipare alcune ombre, dubbi, incomprensioni, “progetti oscuri“, cosi vengono definiti gli ultimi eventi, nei quali Gino Famiglietti è primo attore protagonista, come ad esempio l’affare dell’Archivio di Stato di Caserta.
“Il progetto nefasto del dott. Gino Famiglietti pensionando Direttore Generale Archivi continua. Come abbiamo ampiamente denunciato, alla distratta opinione pubblica casertana, l’unico scopo che aveva il DGA è distruggere l’Archivio di Stato di Caserta, pur di bloccare il trasferimento nei locali in Reggia“, così scrive la Testata Giornalistica Appia Polis nell’articolo del 26/11/2018, consultabile cliccando sul seguente link.
E che dire della rivincita incassata dal Soprintendente Mario Pagano, assolto dalla Corte dei Conti, in seguito all’accusa di danno patrimoniale al Saepinum mossagli contro da Gino Famiglietti nel 2005.
“Dopo più di dieci anni è stata fatta piena chiarezza su una pagina di storia che ha visto infangare il mio nome ed il mio lavoro, iniziata da una infondata denuncia mossa dall’allora Direttore Regionale del Molise Gino Famiglietti, ora nominato nuovo Direttore Generale ABAP”. (Dichiarazione del Soprintendente Mario Pagano tratta dall’articolo “Danno patrimoniale al Saepinum, assolto il soprintendente Pagano” consultabile cliccando sul link seguente.
Insomma, il dottor Gino Famiglietti che, nelle vesti di Direttore Generale degli Archivi aveva interpretato e caratterizzato il proprio ruolo conferitogli dal Ministero dei Beni Culturali nell’agosto del 2016, all’insegna dello zelo, della sfida ma anche dell’esproprio per pubblica utilità, oggi sembra essere chiamato a farsi da parte…
Famiglietti ha infatti collezionato nel periodo di sua competenza (2016 – 2018), oltre ai fatti sopra esposti e al discusso procedimento di esproprio dell’Archivio Vasari, anche altre importanti acquisizioni, seppur non paragonabili per fama e contenuti agli scritti originali dell’architetto fiorentino e alle 17 lettere autografe dell'”Amico Caro” Michelangelo conservate nel famoso carteggio.
Parliamo di collezioni come l’Archivio di Baldassare Castiglione (vedi articolo di Tomaso Montanari) e il Codice Maimonide (vedi sul sito della DGA), acquisite sembra, sia in funzione di logiche in linea con i criteri della Tutela e della Conservazione dei Beni Culturali, ma anche, paradossalmente, con altri più squisitamente di natura economico patrimoniale, imposti coattivamente dall’energico Gino, vero paladino delle casse e delle finanze dello Stato italiano, ai danni dei soggetti espropriati.
Così almeno elogia e decanta tali gesta altruistiche e virtuose il blogger Tomaso Montanari che, nel proprio articolo del 13 dicembre 2016, si esprime con soddisfazione in merito al raggiungimento dell’importante risvolto e risultato economico ottenuto da Gino Famiglietti: “il Ministero per i Beni Culturali ha acquistato (per un milione e centomila euro: meno di un terzo della cifra standard che costano le infinite ed effimere ‘grandi mostre’) la parte dell’archivio di Baldassare Castiglione che restava in mani private“.
Ma chi diceva che con la Cultura non si mangia ???
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