L’Archivio Vasari è composto da 34 unità tra Filze e buste contenenti i fascicoli, numerate originariamente dai Conti Rasponi Spinelli, per un totale di oltre 6.000 carte originali.
31 Filze sono attualmente conservate e sottoposte a Vincolo Pertinenziale presso la casa Museo Vasari di Arezzo mentre 3 Filze sono ancora detenute illegalmente dall’Università di Yale, a far data dal 1988, come attesta l’articolo comparso sul New York Times ed il Simposio di Yale del 1994, nonostante le numerose denunce e richieste avanzate negli anni dalla Proprietà per la loro restituzione e recupero.
All’interno dell‘Archivio si possono individuare almeno tre tipologie di documentazione:
- Il carteggio tra Giorgio Vasari e i personaggi illustri del XVI secolo.
- Gli appunti di lavoro e i ricordi personali di Giorgio Vasari, e in particolare le sue Ricordanze, il suo Zibaldone e la corrispondenza confidenziale intrattenuta con Michelangelo Buonarroti.
- Le carte, le lettere, i contratti e i libri relativi all’amministrazione delle proprietà vasariane, con documenti compresi tra il 1461 e il 1686, pertinenti sia a Giorgio Vasari che ad altri membri della famiglia.
Cenni Storici dal 1686 ai primi del 900
L’Archivio, per oltre un secolo, restò nella casa Vasari, situata in Borgo Santa Croce a Firenze, fino alla morte dell’ultimo erede dell’artista, Francesco Maria di Lorenzo Vasari, avvenuta il 3 marzo 1686.
Di lì a breve, i documenti di famiglia, gli appunti e le lettere dell’archivio furono comprati e finirono tra le carte del Senatore Bonsignore Spinelli, esecutore testamentario della famiglia estinta.
In casa degli eredi Spinelli, negli anni diventati Conti Rasponi Spinelli, l’archivio Vasari è stato amorevolmente conservato, e pressoché ignorato dagli studiosi, per più di due secoli.
“Un lembo del secolo d’oro”
“Un lembo del secolo d’oro” come lo definì il giornalista e scrittore Ugo Ojetti sulle pagine del “Corriere della Sera” nel 1908 quando Giovanni Poggi, allora Direttore del Museo Nazionale del Bargello, lo rinvenne nell’Archivio Spinelli.
“Una fonte d’inestimabile valore” che ha segnato lo studio della Storia dell’Arte del Rinascimento e del Cinquecento italiano.
A queste carte, così come alla sua opera artistica e letteraria, Vasari affidò il compito di conservar memoria di sé, di “lasciar fama” e di combattere la “voracità del tempo”.
Dichiarazioni del Ministero dei Beni Culturali di Notevole Interesse Storico
Il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, con Notifica del 23 ottobre 1917 e successivamente del 1991, 1994 e 1996 dichiara l’Archivio Vasari, di notevole interesse storico e pertanto sottoposto all’attuale disciplina di cui al titolo IV Capo II del D.P.R. 30 settembre 1963 n. 1409.